Venerdì 23 marzo ospite delle Rubrica “Punti di Vista” del Secolo XIX

       

Da anni incontro donne in studio, ma anche nell’ambito di seminari in cui parlo di amore, relazioni, sessualità, autostima. Racconto di cervello, di quanto sia importante ricordarsi di usarlo, ma anche in certe occasioni di spegnerlo; parlo di emozioni, di pensieri, di approccio col proprio corpo, ma soprattutto di autoconsapevolezza, chiave indispensabile, strumento che genera amore o odio a seconda di come viene usata. La modalità è quella che più mi appartiene, quella in cui scienza ed ironia si fondono e danno vita ad un racconto apparentemente divertente e leggero, ma che può fornire buoni spunti di riflessione e crescita.

 

E’ proprio in queste occasioni che ho avuto modo di ascoltare ed accogliere i bisogni, i problemi, i timori, le false credenze (moltissime), ma anche i sogni, i desideri, le fantasie, a volte condivise a volte tenute nascoste nel loro cassetto più intimo e privato; racconti di ricerche affannose di principi azzurri lasciati appena trovati, di uomini stronzi attraenti e pericolosissimi, in cui spesso il tema è imparare a piacere a Sé stesse prima di tutto, prima di partire nell’affannosa rincorsa per piacere agli altri.

 

Nasce da qui l’idea di creare incontri o percorsi “in rosa” dedicati alle donne ad alla loro parte più intima e profonda, per imparare a star meglio con se stesse, in modo concreto e divertente, sena dover per forza passare dal lettino dell’analista .

 

Di autostima se ne parla molto, ma è importante capire cosa NON è autostima. Contrariamente alle false credenze, non è necessario essere Wonder Women o far parte della categoria che non deve chiedere mai, esibendo con fierezza la tessera del Club “Ce la farò anche stravolta!”. Noi donne abbiamo una risorsa fantastica sappiamo metterci in gioco, ma spesso paghiamo le conseguenze del rovescio della medaglia: metterci troppo in discussione. Correggiamo il Sé Ideale, ci libereremo così dai condizionamenti, dal senso di colpa, dai confronti con i modelli di bellezza irreali e irraggiungibili; perchè accettarsi non è accontentarsi. Ci piaceremo di più, anche fisicamente perché “lavorare dentro aiuta anche fuori”, perché “mens sana in corpore sexy”.

 

 

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