Si scrive alcol e si rischia di leggere ” problema di dipendenza”, eppure la maggioranza dei ragazzi ignora o sottovaluta un fenomeno sempre più preoccupante: il consumo smodato di alcol in età giovanile. Quali le cause? Prendi: facile reperibilità, accettazione sociale e mancanza di conoscenza degli “effetti collaterali”, aggiungi disinibizione e una buona dose di euforia … et violà il “cocktail del sabato sera” e servito!

 

Iniziamo con un paio di domande: “A chi è capitato di sbronzarsi il sabato sera?” Tutti o quasi… “Chi ha mai pensato di poter andare incontro a un problema di abuso di alcol?” Nessuno o quasi!
Le risposte non stupiscono perché nell’immaginario collettivo degli adolescenti, e non solo, gli alcolisti sono altri, diversi, gente ai margini, un’altra cosa rispetto a chi consuma alcol per divertimento alla sera con gli amici.
Il problema sta proprio qui, perché sottovalutare gli effetti negativi dell’alcol o pensare che non ci riguardino, può costituire il primo passo verso una situazione che sfugge di mano e diventa patologica.
Le cose potrebbero essere diverse se si conoscessero alcune nozioni fondamentali. Ecco cosa è importante sapere:

1. L’alcol contiene etanolo, un composto chimico che deriva dalla fermentazione degli zuccheri presenti nella frutta, che è una sostanza tossica, in grado di uccidere le cellule; per questo viene addirittura usato come disinfettante per eliminare i batteri!
2. L’alcol genera una rapida assuefazione e dipendenza, addirittura più delle altre droghe.
3. L’assunzione di alcol è vietata ai minorenni. Per chi la somministra in questi casi scatta il penale. La questione non è soltanto giuridica, ma anche medica (vedi punto 4).
4. In Italia si inizia a bere sempre più precocemente: le ricerche hanno constatato che i giovani iniziano a bere a 12 anni e questo è altamente sconsigliato dato che la capacità di assorbire l’alcol si sviluppa tra i 20 ed i 21 anni. Assumere alcun prima di questa età provoca danni seri sia al cervello che al fegato, in quanto non sono ancora presenti gli enzimi destinati alla metabolilzzazione dell’alcol. Può inoltre causare anche delirio, allucinazioni, aggressività, difficoltà nel controllo dei movimenti e tremori.
5. Sfatiamo un mito: l’alcol non è un eccitante, bensì un depressivo, pertanto la sensazione euforica iniziale deriva dal fatto che allenta i freni inibitori e le censure che possiamo avere quando siamo sobri, ecco perché ci sentiamo più disinibiti e “propensi alla socializzazione”. In realtà, a livello corporeo, l’alcol abbassa la frequenza cardiaca, quella respiratoria e anche il tono dell’umore, causando alla lunga sintomi depressivi. Non ultimo influisce anche sulle prestazioni sessuali, il che vuole dire che magari mi sento più propenso a tacchinare le ragazze, ma poi, sul più bello, rischio di fare “brutta figura”;
6. Gli effetti dell’alcol interferiscono con le funzioni sensitivo-motorie e comportamentali fondamentali per la guida vigile e sicura, in particolar modo:
• il campo visivo
• i tempi di reazione
• la capacità di concentrazione
• la capacità di giudizio
Il campo visivo è lo spazio fisico normalmente percepito da un individuo, con un’angolazione pari a circa 180°. A seguito di assunzione di sostanze alcoliche insorgono disturbi alla vista a causa della riduzione della visione laterale (visione a tunnel) e di una ridotta capacità di adattamento alla visione notturna.

Perche’ gli adolescenti bevono: quando alcol fa rima con emozione
20140410-005858.jpgQuanto è divertente sperimentare i propri limiti? Quanto trasgredire una regola che magari neppure si comprende o condivide? Quanta adrenalina produce sfidare un coetaneo e magari batterlo? Nulla ti sembra più allettante se sei un adolescente. Perché se sei adolescente ti trovi “fisiologicamente” attratto dalle sfide, tendi a sottovalutare i rischi e le conseguenze spiacevoli, pensi che “tanto a te non può capitare” e poi, se gli altri lo fanno, tu non puoi certo tirarti indietro, o passi per sfigato. Come se non bastasse, ti trovi a gestire una serie di emozioni, che non sono tutte piacevoli; a volte provi noia, tristezza, rabbia o quella insopportabile sensazione di vuoto: allora cerchi il modo più facile e veloce che ti allontani da tutto ciò! Berti cinque o sei shottini, tutti d’un fiato, ti sembra la miglior soluzione per un rapido sollievo. Se poi sei uno che ama sensazioni sempre nuove, diverse, sempre più forti, allora il livello si alza sempre di più ed arrivi al punto in cui non riesci più a farne a meno e neppure a tornare indietro.
Molti di noi sono sensibili al fascino del rischio, però è bene distinguere la soglia entro la quale si rimane comunque “normali” da quella in cui si diventa patologici, ossia sensation seeker. Facciamo un esempio: ipotizziamo che io sia una persona che ricerca emozioni forti e decide di diventare un pilota di Formula 1; in questo caso ho sviluppato un comportamento adattivo da un tratto che potenzialmente potrebbe non esserlo. Se invece corro in auto perché ha bisogno di provare l’ebbrezza della velocità e rischio di sbattere per colmare il senso di vuoto che accompagna la mia vita, allora rientro nel caso patologico. Esiste un Test che valuta il grado di sensation seeker.
Insomma né il binge drinking né la neknomination rappresentano la soluzione ottimale che un adolescente può metter in campo per amore del rischio, del richiamo irresistibile della sfida o per la necessità di anestetizzare un’emozione sgradevole.
L’immagine del “bello-giovane-sempre felice” proposta oggi dagli standard sociali è poco realistica e poco umana. È vero la realtà a volte fa male o paura, a volte annoia, ma le emozioni sono anche queste. A chi ti dice che lo sballo è rifugiarsi nel mondo ovattato dell’alcol, rispondi:
”Vivere non è rifugiarsi per aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia. Allora sì che sei davvero figo!”