Borgo Incrociati, Foce, Brignole… per le strade di Genova, nei negozi, nella abitazioni private… Fango, ovunque fango, lo vedi, lo tocchi, lo respiri … fango che ti entra dentro,  e dentro non lo  vedi, ma lo senti, ti invade la testa, la pancia, ti oscura le emozioni, ti pervade i pensieri, fango che logora, genera rabbia, tristezza, disperazione, senso di impotenza…e lascia un segno  a volte indelebile.

 

 Che cos’é il trauma psicologico?

Proprio come quello fisico anche il trauma psicologico lascia una ferita vera e propria: quella nell’anima.

Il trauma é la conseguenza di un evento fortemente stressante che ha messo in pericolo la nostra incolumità personale o quella di persone a noi vicine, è conseguenza di lutti, perdite, minacce alla propria
sicurezza. Questo di Genova, come quello del 2011, può essere catalogato tra i Grandi Traumi, quelli con la T maiuscola, tra cui disastri naturali, abusi, incidenti…

 

Come reagiscono le persone ad un trauma?

Le ricerche scientifiche dimostrano che non tutte le persone hanno la stessa reazione ad un trauma, per lameno tre fattori:

  1. Caratteristiche dell’evento traumatico in sé (natura dell’evento, durata dell’esposizione,concomitanza rispetto ad altri problemi personali, il ripetersi dell’evento traumatico );
  2. Fattori personali (struttura della personalità, locus of control esterno, autostimaresilienza, storia di sviluppo, presenza di perdite precoci, condizioni di salute e risorse cognitive);
  3. Fattori e risorse ambientali  (soccorsi, sostegno, supporto delle amministrazioni locali, interventi, risorse familiari e amicali, possibilità di ricorrere a supporti professionali adeguati per il trattamento immediato dei sintomi più acuti…)

 

Quando é opportuno rivolgersi ad uno specialista?

Le ricerche dicono che circa il 70% delle persone esposte ad un trauma é in grado dirielaborarlo e metabolizzarlo autonomamente. Ci sono però dei casi in cui questo non avviene e la reazione del nostro corpo e della nostra mente rimango imbrigliati in un passato che resta presente.

 

Come si manifesta il trauma?

Il trauma non rielaborato causa un accumulo di emozioni e pensieri negativi cha hannoa  che fare con  rabbia, dispersione, senso di colpa e di impotenza, abbandono solitudine che hanno una ricaduta sia a livello fisico che mentale

Durante e dopo il trauma mettiamo in atto alcuni meccanismi di difesa con l’obiettivo di preservare la nostra incolumintà psico-fisica la prima di tipo cognitivo la seconda di tipo somatico:

Senso di irrealtà – Si ha la sensazione di essere dentro a un film, le scene si svolgono come al rallentatore, i sensi sono acutizzati per fare una rapida valutazione dei pericoli presenti nella situazione, cercando delle vie d’uscita o altre soluzioni. Subito dopo l’esperienza traumatica, la realtà quotidiana attorno a noi può sembrare irreale o irrilevante, come se ci trovassimo sotto a una campana di vetro o in mezzo ad un incubo

Sintomi fisici  tachicardia e il senso di nausea. In genere si sente caldo o freddo, oppure paura di stare da soli, bisogno di vicinanza, di un supporto e aiuto concreto, incubi notturni

 

Quali sono le più comuni reazioni successive all’evento?

  • Pensieri intrusivi – Arrivano involontariamente pensieri, ricordi e immagini di quello che è successo. Compaiono soprattutto in momenti di rilassamento, per es. prima di dormire e si accompagnano di un senso di disagio.
  • Problemi di sonno – In genere il sonno è leggero, ci si sveglia spesso, si hanno degli incubi o sogni ricorrenti dell’evento.
  • Associazione con altri stimoli – È comune che alcuni stimoli ambientali, persone o situazioni richiamino l’evento in modo involontario. Questo è dovuto al fatto che l’evento viene associato ad altri fattori che provocano un certo malessere o ansia. Ovviamente lo stimolo da solo, se non venisse associato all’evento traumatico, non generebbe alcun disagio.
  • Difficoltà di concentrazione – Poca concentrazione in attività quale la lettura, la visione di un film, ecc.
  • Reazioni fisiche – Problemi di stomaco, senso di nausea, stanchezza.
  • Disperazione – È difficile accettare i fatti attuali e non si riesce a pensare al futuro in modo adeguato.
  • Colpa – Si ha senso di colpa ad esempio per essere sopravvissuti quando un’altra persona è morta o ferita gravemente. C’è una tendenza a colpevolizzarsi per non avere fatto a sufficienza. È comune dirsi: “Se io solo avessi……..”
  • Vulnerabilità – Paura del futuro oppure impazienza e irritazione con gli altri, sopratutto con i familiari. Indifferenza verso cose che prima dell’incidente erano molto importanti per la persona. Questo a volte crea incomprensione con gli altri da cui scaturiscono ulteriori difficoltà .
  • Il significato della vita – Le persone pensano ripetutamente a quello che è successo per cercare di capire l’evento. In alcuni casi i pensieri sulla causa dell’evento e sulla vicinanza della morte e la vita sono molto comuni. Il senso della propria invulnerabilità scompare. Tutto è incerto, soprattutto se e quando può succedere nuovamente.

La durata di queste reazioni è diversa per ogni persona. Per alcuni la situazione si normalizza dopo poche settimane, per altri ci vuole più tempo. Se sono troppo intense e durano per molto tempo è necessario il supporto di uno psicoterapeuta specializzato nel trattamento dei disturbi post traumatici.

 

Di cosa abbiamo bisogno quando subiamo un’esperienza traumatica?

  • Avere una persona con cui parlare dei propri pensieri e sentimenti.
  • È importante considerare il fatto di aver bisogno di un aiuto di una persona di fiducia per superare il momento.
  • Cercare di mantenere la routine quotidiana, per esempio tornare al lavoro al più presto, anche se la capacità lavorativa sarà ridotta perchè ci si stanca facilmente.
  • Essere consapevoli che, anche se le reazioni e le emozioni sono forti, questo è normale.
  • Darsi il tempo necessario per riguadagnare le proprie forze.

 

Quali gli interventi possibili?

1.Terapia cognitivo comportamentale, che lavora si a livello cognitivo che emotivo

2. EMDR, che ci permette di rielaborare le informazioni “congelare” a livello neuronale, per trasformare le percezioni immagazzinate in modo disfunzionale che generano sintomi patologici (www.emdr.it)